di Gabriele Trapani Salute gastrointestinale e attività fisica sono strettamente collegate, specialmente se si praticano sport di endurance....
Salute gastrointestinale e attività fisica sono strettamente collegate, specialmente se si praticano sport di endurance. Vediamo quindi quali sono le soluzioni più indicate per controllare i disturbi gastrointestinali degli atleti.
Conoscendo gli atleti di sport estremi ed endurance, so bene che sono capaci di mettere alla prova i limiti della resistenza umana per continuare a correre e migliorare le proprie performance. Come si può immaginare, sforzi di questo tipo - mi riferisco a triathalon, ironman, spartan, ciclismo, maratona e ultramaratona - portano spesso a soffrire di vari disturbi post-allenamento, tra i quali problemi gastrointestinali come nausea, crampi, diarrea, dolore gastrico, permeailità intestinale.
Intestino e sport di endurance: un rapporto difficile
Integratori di probiotici: alleati degli sportivi
Ruolo degli integratori di probiotici
Questi batteri benefici che popolano il nostro intestino esercitano un'influenza ampia e sistemica sulla nostra salute digestiva, immunitaria, ma anche psichica. Grazie al loro "linguaggio chimico" con il nostro sistema immunitario, i probiotici aiutano a mantenere intatte le pareti intestinali, aumentando il sostegno contro gli agenti patogeni. I probiotici fermentano le fibre che mangiamo in sostanze attive, come gli acidi grassi a catena corta, che vengono assorbiti per aiutare a contrastare l'infiammazione e mantenere i livelli di energia dei nostri mitocondri.
Non è un caso quindi che gli integratori di probiotici siano sempre più presenti nella dieta degli sportivi di endurance a sostegno del delicato microbiota degli atleti, che già presenta notevoli differenze rispetto a quello del resto della popolazione. L'utilizzo di probiotici favorisce l'efficienza di tutto il tratto gastrointestinale e dell'attività del sistema immunitario locale, fondamentale per prevenire infezioni alle vie aeree superiori, forme virali e batteriche gastroenteriche
Benefici dei probiotici
Molte nuove ricerche sono in corso d'opera ma già emergono alcuni dati interessanti, a partire dal meccanismo d'azione che dipende dal ceppo di specie probiotica utilizzata e da altri fattori quali la dose, la durata di somministrazione, le condizioni fisiche del soggetto. In generale, è evidente che i probiotici:
sostengono lo stato normale della barriera intestinale, modulando le giunzioni epiteliali strette;
aumentano l'azione di difesa a livello del sistema immunitario locale, mediante la adesione e colonizzazione della mucosa intestinale;
agiscono sulla mucosa intestinale permettendo di ostacolare l'ingresso e la colonizzazione di agenti patogeni;
favoriscono il microbiota nell'attività antimicrobica, antiossidante e immunomodulante;
aumentano l'immunità innata agendo su immunoglobuline, proteine antimicrobiche, fagociti, linfociti;
supportano la salute intestinale favorendo l'assorbimento di nutrienti e diminuendo i processi infiammatori.
Studi sui probiotici
Tanti studi sui probiotici hanno dato conferma che possono anche aiutare a sostenere la salute immunitaria e ad "invertire" le carenze di salute immunitaria negli atleti in severo stato di affaticamento, ripristinando i livelli di interferone e riducendo la durata dei raffreddori o infezioni del tratto respiratorio superiore, grazie a una decisa azione immunitaria.
Sul Journal of the International Society of Sports Nutrition è stata pubblicata un'importante review "International Society of Sports Nutrition Position Stand: Probiotics" dove, dei 22 studi considerati nella revisione pubblicata nel dicembre del 2019, 14 hanno riportato negli atleti reali miglioramenti a livello del sistema immunitario in seguito a una terapia probiotica. Nessun effetto di particolare rilievo invece nei restanti 8 studi.
Da altri studi è emerso che un apporto adeguato di probioitici nella versione "multiceppo", quindi più specie e sottospecie all'interno di uno stesso integratore, sarebbe molto più efficace rispetto all'assunzione di una singola specie.
Ceppi di probiotici: quali scegliere
Tra i ceppi più studiati e da più tempo utilizzati troviamo:
Bifidobacterium (spp. adolescentis, animalis, bifidum, breve e longum),
Lactobacillus (spp. acidophilus, casei, fermentum, gasseri, johnsonii, reuteri, paracasei, plantarum, rhamnosus esalivarius),
il lievito Saccharomyces Boluardii.
Il Saccharomyces boulardii, in particolare, può aiutare a prevenire la diarrea e a riparare i danni al rivestimento intestinale ed è usato comunemente nella prevenzione della diarrea del viaggiatore. Il microbiota intestinale è in grado di alterare l'omeostasi di mucose distanti, come il tratto respiratorio, attraverso il sistema immunitario della mucosa comune e favorire uno stato infiammatorio anche sistemico. I probiotici, tendono a funzionare meglio se assunti per almeno alcune settimane prima dell'evento e dopo, in quanto il periodo di "down" della attività adrenergica favorisce spesso effetti "rebound" sul sistema immunitario già provato degli atleti.
In conclusione, dunque, sebbene non ci siano ancora delle vere linee guida relative all'uso di probiotici per gli atleti, i loro potenziali benefici sulle performance, la salute dell'apparato gastrointestinale e del sistema immunitario sono molto incoraggianti.
Conoscendo gli atleti di sport estremi ed endurance, so bene che sono capaci di mettere alla prova i limiti della resistenza umana per continuare a correre e migliorare le proprie performance. Come si può immaginare, sforzi di questo tipo - mi riferisco a triathalon, ironman, spartan, ciclismo, maratona e ultramaratona - portano spesso a soffrire di vari disturbi post-allenamento, tra i quali problemi gastrointestinali come nausea, crampi, diarrea, dolore gastrico, permeailità intestinale.
Intestino e sport di endurance: un rapporto difficile
Durante le lunghe gare di endurance, il flusso sanguigno verso il sistema digestivo è drasticamente ridotto. Questa situazione è associata a un'intensa attività fisica che porta a infiammazione dell'intestino (che libera una vera ondata di citochine infiammatorie) e a un aumento della permeabilità intestinale. Inoltre, il sistema immunitario subisce un bel colpo anche nei giorni successivi alle gare.
Perché l'attività fisica intensa provoca infiammazione?
Tutto questo scompenso da dove arriva? Il discorso non è dei più semplici, visto che lo sforzo fisico comporta moltissime reazioni fisiologiche e biochimiche. Basti pensare che la fase di "emergenza" data dall'effort prestazionale attiva il sistema nervoso simpatico e, con questo, la liberazione di adrenalina e cortisolo.
Queste sostanze favoriscono una risposta infiammatoria acuta, attivando l'azione del sistema immunitario. Se lo sforzo sarà particolarmente estenuante, ci sarà un aumento di citochine pro-infiammatorie in maniera direttamente proporzionale all'intensità. In particolare, un elevato livello di citochine IL-6 è associato a un maggior rischio di traumi muscolari e a permeabilità intestinale.
Permeabilità della barriera intestinale e infiammazione
Sappiamo che una parete intestinale efficiente produce elementi che le permettono di auto-difendersi, abbassando il grado d'intensità dei markers dell'infiammazione (TNF-alfa) nelle cellule del colon. Se la barriera è compromessa, si favorisce la diffusione di endotossine nel torrente circolatorio, con il rischio di una risposta immunitaria esagerata.
Nel caso in cui la situazione infiammatoria perduri nel tempo si andranno a creare le condizioni ideali per la crescita dei batteri patogeni, l'alterazione dei mitocondri e delle funzioni del sistema immunitario. Spesso, a causa di questi squilibri infiammatori e di popolazione del nostro macrobiota, l'ingresso di patogeni può portare a infezioni di varia eziologia che favoriscono anche una cattiva gestione degli zuccheri semplici, fondamentali per l'atleta. In questi casi, gli zuccheri possono diventare veri e propri co-fautori dello stato infiammatorio intestinale.
Studi sulla salute gastrointestinale negli sport di endurance
Ci sono molti studi che di recente hanno affrontato questo tipo di problema.
In uno di questi, condotto su 272 corridori che hanno eseguito la Western States Endurance Run da 161 chilometri, il 96% ha manifestato sintomi gastrointestinali durante l'evento e il 35% dei non finalisti ha abbandonato la gara a causa di problemi gastrointestinali. L'endotossiemia e l'aumento dei marker d'infiammazione si riscontrano, per la maggior parte degli atleti, nel post-gara. L'endotossiemia è il punto in cui le tossine e le particelle di cibo nell'intestino entrano nel flusso sanguigno a causa della maggiore permeabilità della barriera intestinale. In particolare, la perdita di lipopolisaccaridi (LPS) sommata al danno muscolare post-gara, porta a una risposta immunitaria infiammatoria con valori ematici di fortissimo impatto.
Il tema "salute gastrointestinale ed endurance" è ormai oggetto di molti approfondimenti, per cui è stato facile ipotizzare il potenziale utili funziona bene, migliore sarà la resa dei nostri nutrienti e la risposta immunitaria.
Perché l'attività fisica intensa provoca infiammazione?
Tutto questo scompenso da dove arriva? Il discorso non è dei più semplici, visto che lo sforzo fisico comporta moltissime reazioni fisiologiche e biochimiche. Basti pensare che la fase di "emergenza" data dall'effort prestazionale attiva il sistema nervoso simpatico e, con questo, la liberazione di adrenalina e cortisolo.
Queste sostanze favoriscono una risposta infiammatoria acuta, attivando l'azione del sistema immunitario. Se lo sforzo sarà particolarmente estenuante, ci sarà un aumento di citochine pro-infiammatorie in maniera direttamente proporzionale all'intensità. In particolare, un elevato livello di citochine IL-6 è associato a un maggior rischio di traumi muscolari e a permeabilità intestinale.
Permeabilità della barriera intestinale e infiammazione
Sappiamo che una parete intestinale efficiente produce elementi che le permettono di auto-difendersi, abbassando il grado d'intensità dei markers dell'infiammazione (TNF-alfa) nelle cellule del colon. Se la barriera è compromessa, si favorisce la diffusione di endotossine nel torrente circolatorio, con il rischio di una risposta immunitaria esagerata.
Nel caso in cui la situazione infiammatoria perduri nel tempo si andranno a creare le condizioni ideali per la crescita dei batteri patogeni, l'alterazione dei mitocondri e delle funzioni del sistema immunitario. Spesso, a causa di questi squilibri infiammatori e di popolazione del nostro macrobiota, l'ingresso di patogeni può portare a infezioni di varia eziologia che favoriscono anche una cattiva gestione degli zuccheri semplici, fondamentali per l'atleta. In questi casi, gli zuccheri possono diventare veri e propri co-fautori dello stato infiammatorio intestinale.
Studi sulla salute gastrointestinale negli sport di endurance
Ci sono molti studi che di recente hanno affrontato questo tipo di problema.
In uno di questi, condotto su 272 corridori che hanno eseguito la Western States Endurance Run da 161 chilometri, il 96% ha manifestato sintomi gastrointestinali durante l'evento e il 35% dei non finalisti ha abbandonato la gara a causa di problemi gastrointestinali. L'endotossiemia e l'aumento dei marker d'infiammazione si riscontrano, per la maggior parte degli atleti, nel post-gara. L'endotossiemia è il punto in cui le tossine e le particelle di cibo nell'intestino entrano nel flusso sanguigno a causa della maggiore permeabilità della barriera intestinale. In particolare, la perdita di lipopolisaccaridi (LPS) sommata al danno muscolare post-gara, porta a una risposta immunitaria infiammatoria con valori ematici di fortissimo impatto.
Il tema "salute gastrointestinale ed endurance" è ormai oggetto di molti approfondimenti, per cui è stato facile ipotizzare il potenziale utili funziona bene, migliore sarà la resa dei nostri nutrienti e la risposta immunitaria.
Integratori di probiotici: alleati degli sportivi
Ruolo degli integratori di probiotici
Questi batteri benefici che popolano il nostro intestino esercitano un'influenza ampia e sistemica sulla nostra salute digestiva, immunitaria, ma anche psichica. Grazie al loro "linguaggio chimico" con il nostro sistema immunitario, i probiotici aiutano a mantenere intatte le pareti intestinali, aumentando il sostegno contro gli agenti patogeni. I probiotici fermentano le fibre che mangiamo in sostanze attive, come gli acidi grassi a catena corta, che vengono assorbiti per aiutare a contrastare l'infiammazione e mantenere i livelli di energia dei nostri mitocondri.
Non è un caso quindi che gli integratori di probiotici siano sempre più presenti nella dieta degli sportivi di endurance a sostegno del delicato microbiota degli atleti, che già presenta notevoli differenze rispetto a quello del resto della popolazione. L'utilizzo di probiotici favorisce l'efficienza di tutto il tratto gastrointestinale e dell'attività del sistema immunitario locale, fondamentale per prevenire infezioni alle vie aeree superiori, forme virali e batteriche gastroenteriche
Benefici dei probiotici
Molte nuove ricerche sono in corso d'opera ma già emergono alcuni dati interessanti, a partire dal meccanismo d'azione che dipende dal ceppo di specie probiotica utilizzata e da altri fattori quali la dose, la durata di somministrazione, le condizioni fisiche del soggetto. In generale, è evidente che i probiotici:
sostengono lo stato normale della barriera intestinale, modulando le giunzioni epiteliali strette;
aumentano l'azione di difesa a livello del sistema immunitario locale, mediante la adesione e colonizzazione della mucosa intestinale;
agiscono sulla mucosa intestinale permettendo di ostacolare l'ingresso e la colonizzazione di agenti patogeni;
favoriscono il microbiota nell'attività antimicrobica, antiossidante e immunomodulante;
aumentano l'immunità innata agendo su immunoglobuline, proteine antimicrobiche, fagociti, linfociti;
supportano la salute intestinale favorendo l'assorbimento di nutrienti e diminuendo i processi infiammatori.
Studi sui probiotici
Tanti studi sui probiotici hanno dato conferma che possono anche aiutare a sostenere la salute immunitaria e ad "invertire" le carenze di salute immunitaria negli atleti in severo stato di affaticamento, ripristinando i livelli di interferone e riducendo la durata dei raffreddori o infezioni del tratto respiratorio superiore, grazie a una decisa azione immunitaria.
Sul Journal of the International Society of Sports Nutrition è stata pubblicata un'importante review "International Society of Sports Nutrition Position Stand: Probiotics" dove, dei 22 studi considerati nella revisione pubblicata nel dicembre del 2019, 14 hanno riportato negli atleti reali miglioramenti a livello del sistema immunitario in seguito a una terapia probiotica. Nessun effetto di particolare rilievo invece nei restanti 8 studi.
Da altri studi è emerso che un apporto adeguato di probioitici nella versione "multiceppo", quindi più specie e sottospecie all'interno di uno stesso integratore, sarebbe molto più efficace rispetto all'assunzione di una singola specie.
Ceppi di probiotici: quali scegliere
Tra i ceppi più studiati e da più tempo utilizzati troviamo:
Bifidobacterium (spp. adolescentis, animalis, bifidum, breve e longum),
Lactobacillus (spp. acidophilus, casei, fermentum, gasseri, johnsonii, reuteri, paracasei, plantarum, rhamnosus esalivarius),
il lievito Saccharomyces Boluardii.
Il Saccharomyces boulardii, in particolare, può aiutare a prevenire la diarrea e a riparare i danni al rivestimento intestinale ed è usato comunemente nella prevenzione della diarrea del viaggiatore. Il microbiota intestinale è in grado di alterare l'omeostasi di mucose distanti, come il tratto respiratorio, attraverso il sistema immunitario della mucosa comune e favorire uno stato infiammatorio anche sistemico. I probiotici, tendono a funzionare meglio se assunti per almeno alcune settimane prima dell'evento e dopo, in quanto il periodo di "down" della attività adrenergica favorisce spesso effetti "rebound" sul sistema immunitario già provato degli atleti.
In conclusione, dunque, sebbene non ci siano ancora delle vere linee guida relative all'uso di probiotici per gli atleti, i loro potenziali benefici sulle performance, la salute dell'apparato gastrointestinale e del sistema immunitario sono molto incoraggianti.
P.S.