IL VALETUDO,COME E' INIZIATO TUTTO

Anche un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo. Lao Tzu LA MIA ESPERIENZA CON IL VALETUDO 8 settembre 2001, duca de caxia...
Anche un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo.
Lao Tzu
LA MIA ESPERIENZA CON IL VALETUDO
8 settembre 2001, duca de caxias, è’ stata la data in cui mi sono battezzato con il Valetudo.
Vivevo in Brasile già da quasi un anno dormivo a casa del mio primo allenatore Roberto Almeida Meneguetti e mi allenavo in una città che si trovava nella periferia di Rio de Janeiro (basciada fluminense) Duque de Caxias, una città che dicevano era pericolosa. Non è stato solo il mio inizio formativo, ma anche l’introduzione alla vita Brasiliana! erano già 8 mesi che mi allenavo in una Palestra per imparare il BJJ, il mio sogno era quello di combattere di Valetudo per arrivare agli eventi più prestigiosi di quel tempo (Pride o Ufc).
A quell’epoca andava di moda il Valetudo senza tempo e senza regole e si svolgeva in qualsiasi posto, l’importante era avere atleti che si volessero affrontare .. il mio Allenatore mi disse “italiano, questo fine settimana c’è un evento e cercano un peso massimo, vuoi combattere?”
Io, neanche aveva finito di chiedermelo, che già mi ero messo il paradenti e gli ho risposto “sono pronto anche adesso” 😉
Quel giorno arrivammo in una palestra nella quale si svolgeva L’evento, c’erano tantissime persone, in una sala ed un tatami quadrato con 3 corde mezze penzolanti
Come battesimo dovevo fare con una cintura viola della palestra che ci ospitava, era il penultimo incontro della serata .
Io da poco ero un fascia blu ma con la voglia di una fascia nera.
Il combatttimento è’ durato 7 minuti e più.. a quell’epoca la mia boxe mi ha aiutato tantissimo e la mia tenacia nel difendere tutte le tecniche che mi tiravano di BJJ mi aiutava moltissimo .. durante il combattimento ho subito solo una testata, per fortuna a distanza ravvicinata .. questo perché lui ha provato sempre a portarmi a terra, la sua strategia era portarmi al suolo e finalizzarmi .
Ho difeso tutto e alla fine, con le mani gonfie per via dei colpi che entravano sulla testa, si è’ disteso per terra e ho continuano finché non ha battuto sul tatami in segno di resa.Tutto questo per un piccolo trofeo che guardo nella mia bacheca di casa.
3 giorn dopo caddero le torri gemelle, io mi trovavo in palestra con le mani ancora gonfissime e mentre il mondo rischiava una terza guerra mondiale, io viaggiavo con la testa perché sognavo sempre di più ed ero a tutti gli effetti un fighter di Valetudo!



VALETUDO
Gli eventi vale tudo (o valetudo) sono un tipo di combattimento a mani nude e a contatto pieno, diffusosi in Brasile nella prima metà del XX secolo, come forma di torneo interstile dalla regolamentazione minima. In alcuni casi viene considerato uno sport da combattimento vero e proprio e da esso è disceso l'odierno sport delle arti marziali miste. Esso riprende il concetto di lotta totale del pancrazio e ne è la disciplina odierna più vicina per libertà di combattimento e spirito.

Avendo un regolamento decisamente permissivo (il nome "vale tudo", in portoghese, significa appunto "vale tutto"), questo formato consente il confronto di atleti che adottano tecniche di combattimento derivanti dalle più diverse discipline marziali: sono consentite infatti sia tecniche di lotta corpo a corpo (comprendenti tutti i tipi chiavi articolari e di strangolamenti) sia tecniche di colpo (effettuate con qualsiasi parte del corpo verso qualsiasi parte del corpo dell'avversario, con l'eccezione degli occhi e a volte dell'inguine) e le uniche azioni proibite erano, per comune accordo dei partecipanti, morsi o graffi. Nei tornei di vale tudo non erano obbligatorie le protezioni, anche se erano raccomandati paradenti e spesso conchiglia. Col tempo si diffusero anche guantini a dita libere con imbottitura minima anti-graffio, a discrezione dei partecipanti.

A causa del suo regolamento estremamente ridotto, il vale tudo offre spesso spettacoli molto cruenti dove gli atleti possono ferirsi a volte anche in modo grave. Anche per questo in molti paesi, esso è bandito e vengono consentite solo discipline analoghe per la libertà di tecniche utilizzabili ma più limitate dal punto di vista regolamentare (come il free fight, la shoot boxe ecc.) introducendo l'obbligo di protezioni minime (guantini, paradenti, conchiglia) e il divieto di alcuni colpi estremi (es. prese ai genitali, colpi sulla spina dorsale ecc.). Nonostante questo negli ultimi anni sta riscuotendo un ampio successo a livello mondiale e molti di questi bandi stanno gradualmente venendo rimossi. In Italia questo sport è praticato da un numero ristretto di atleti in rapida crescita numerica. La prima competizione Italiana è stata New Generation Tournament che ancora oggi ospita atleti Italiani e internazionali con cadenza semestrale o annuale ora affiancata da altri eventi simili che presentano un numero sempre più alto di match di questa disciplina come Kombatfestival, La resa dei conti, Mix Fighting Fever, Slam Tournament ed altri.

STORIA
L'origine degli incontri vale tudo risale nelle fiere e nei circhi brasiliani degli anni '20[, in maniera analoga ai vari tipi di wrestling diffusisi in Europa durante l'Ottocento. Erano spettacoli in cui si mettevano a confronto arti marziali e sport da combattimento diversi per intrattenimento. Esempi di questi incontri sono descritti in un articolo del Japanese-American Courier del 4 ottobre 1928:
«Un resoconto da São Paulo dichiara che il Jiu Jitsu è davvero un'arte e che in un'interessante esibizione in un tendone di lato al grande circo, un uomo di Bahia dalle dimensioni enormi incontrò la sua waterloo per le mani di un piccolo lottatore giapponese. Il brasiliano era un esperto di capoeira, un vecchio stile di combattimento sudamericano, ma dopo essersi messo alle spalle il giapponese ed aver cercato di dargli un calcio in testa... il piccolo orientale, utilizzando una presa del jiu jitsu, proiettò il bahianese a terra e dopo un breve sforzo si ritrovò seduto in silenzio sopra il massiccio avversario.»
In questi anni, ottennero grande fama nell'ambiente Hélio Gracie e Carlos Gracie, fondatori di una scuola di jiu jitsu (che sarebbe poi stata chiamata Brazilian Jiu-Jitsu) i cui allievi ottennero spesso vittorie in questi incontri. Gli stessi Gracie spesso sfidavano avversari per dimostrare l'efficacia del loro metodo, tanto che divennero famose le sfide di vale tudo dei Gracie (e le rivalità con altre scuole come quella della luta livre).

Il termine "vale tudo" comunque non divenne popolare prima degli anni 1959-1960, quando vennero trasmessi a livello nazionale degli scontri stile-vs-stile promossi da uno show televisivo di Rio de Janeiro chiamato Heróis do Ringue ("eroi del ring"). Fra gli organizzatori e gli ospiti dello show vi erano proprio i membri della famiglia Gracie, mentre i partecipanti erano legittimi praticanti delle loro discipline. Una notte durante lo show, João Alberto Barreto (in seguito nell'UFC 1) stava lottando con un avversario allenatosi nella lute livre. Barreto riuscì ad afferrare il suo avversario per effettuare una leva al braccio, ma questi si rifiutò di arrendersi alla sottomissione. Barreto di conseguenza gli ruppe il braccio. Per questo lo spettacolo venne cancellato e al suo posto venne trasmesso un evento di pro wrestling chiamato Telecatch.

Dagli anni '60 in poi, il vale tudo sarebbe rimasto principalmente una sottocultura underground, con la maggior parte dei combattimenti tenuti in dojo di arti marziali o piccole palestre. Questa sottocultura era principalmente situata a Rio de Janeiro, ma molti incontri si tennero anche nelle regioni settentrionali e meridionali del Brasile e nello stato di Bahia, dove invece è più popolare la capoeira. La rivalità fra la scuola del Gracie jiu jitsu e quella della luta livre fu il centro dell'attenzione a Rio de Janeiro, mentre nelle altre regioni gli incontri erano più eterogenei con diverse arti marziali.

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IL VALETUDO,COME E' INIZIATO TUTTO
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